Finalmente ci siamo! Harry Potter potrebbe essere per i millennial ciò che Star Wars è stato per la Gen X: un vero e proprio cult, il successo a sorpresa che ha scatenato un fenomeno che ha definito una generazione. Ma a differenza di quel racconto di tanto tempo fa in una galassia molto, molto lontana; il Wizarding World non ha vantato fino ad ora prolifici adattamenti videoludici.
Ci sono stati tie-in cinematografici e giochi LEGO ma fino a Hogwarts Legacy, nessuno studio aveva tentato di realizzare un'esperienza di prestigio e ad alto budget basata sul franchise. Ne è valsa la pena: lo sviluppatore Avalanche Software ha superato le aspettative.
I fan erano ansiosi ed in visibilio quando la Warner Bros. ha incaricato lo studio di sviluppare il gioco nel 2018. Il team aveva precedentemente lavorato alla serie Disney Infinity e ad altre proprietà Disney come Cars e Toy Story: progetti che non erano neanche lontanamente vicini alla scala che Avalanche ha raggiunto con Hogwarts Legacy. Ma dopo gli svariati ritardi dovuti alla pandemia, lo studio è riuscito a mantenere la fantastica magica che aveva promesso, (con una notevole assenza: si può volare sulla scopa, ma non puoi giocare a Quidditch!).
Sfortunatamente, questo viaggio a Hogwarts si porta dietro una spiacevole e pesante zavorra: nonostante l'autrice di Harry Potter, J.K. Rowling, non sia stata direttamente coinvolta nella produzione del gioco, (sebbene la sua agenzia creativa lo fosse), la controversia sui suoi commenti, etichettati da molti come transfobici, ha portato a continue richieste di boicottaggio. Hogwarts Legacy presenta il primo personaggio trans del franchise, ma i sostenitori trans-gender hanno criticato la sua inclusione come un tentativo simbolico di scongiurare la polemica.
La controversia ha alimentato reazioni profondamente divisive sul gioco, anche se sta battendo ogni record di vendita e di spettatori su Twitch. Premettiamo che, per questa recensione, ci concentreremo sui meriti del gioco stesso, non entrando in alcun modo nella polemica.
Creare un mondo magico e le sue storie
Hogwarts Legacy riporta i giocatori a 100 anni prima dell'inizio della serie principale di Harry Potter. Quindi, non ci sono Grindelwald o Voldemort a fomentare una guerra mondiale tra maghi, e non ci saranno volti familiari, (nonostante ci saranno numerosi rimandi ed Easter Eggs in tal senso). Tuttavia, ciò non significa che tutto sia pacifico solo perché i grandi protagonisti del male non sono ancora entrati in scena.
Inizieremo il viaggio come studente del quinto anno di Hogwarts, grazie ad un buon seppur basilare editor, personalizzeremo a dovere le fattezze del nostro personaggio e ne sceglieremo la casata di appartenenza. A pochi minuti dall'inizio del gioco, un drago ci attaccherà, costringendoci alla fuga usando una misteriosa passaporta. Presto scopriremo i segreti di una scuola occulta di magia antica, e apprenderemo della cospirazione del goblin Ranrok per scatenare una ribellione contro i maghi.
La storia principale ripercorrerà i luoghi e gli stilemi dei libri/film, fin dalla inziale sorpresa ed emozione che può suscitare la prima entrata nel castello di Hogwarts: da questo punto di vista gli sviluppatori sono stati dei veri e propri maestri, rendendo alla perfezione ogni luogo ed ogni atmosfera; tutto nella storia sembra essere al posto giusto, strizzando un grande occhio al Fan-Service, ogni pixel trasuda amore e devozione per la saga. La campagna scorrerà via in circa 20 piacevoli ed emozionanti ore cercando di contrastare i piani di Ranrok, (non una trama particolarmente sorprendente o intricata, ma capace di fare perfettamente il suo dovere, impreziosendo l’ottimo lavoro artistico e di gameplay, con un filo conduttore che terrà incollati i fan fino alle battute finali); nel mentre dobbiamo ricordarci di essere un nuovo studente di Hogwarts, che “purtroppo” risulta essere cinque anni indietro rispetto ai nostri coetanei, i quali hanno tutti iniziato la scuola all’età di undici anni. L’iscrizione tardiva ad Hogwarts non ha molte spiegazioni, (tranne che abbiamo un'attitudine insolita che si è manifestata da adolescente), ma per fortuna esiste un programma accelerato per recuperare il gli anni di istruzione perduti. Questa sarà la scusa per frequentare le lezioni e completare le missioni secondarie assegnate da ciascun insegnante, al fine di imparare ed ottenere nuovi incantesimi e abilità.
Dovremo anche mantenere una vita sociale: indipendentemente dalla casata che sceglieremo, cresceremo al fianco di Sebastian Sallow, nativo di Hogsburrow, un Serpeverde, e Natsai Onai, un Grifondoro che si è trasferito dalla scuola di Uagadou in Uganda.
Lo sviluppatore Avalanche Software ha riposto una cura maniacale nel rendere Hogwarts, con dettagli sbalorditivi, soprattutto negli interni. La scuola è labirintica ed eccentrica, come descritta nei libri e rappresentata nei film. Durante il gioco, ho continuato a scoprire nuovi angoli e segreti, e proprio quando pensavo di aver visto tutto, a sorpresa spuntava una nuova porta per un'altra area!
L’Open World di Avalanche, per quanto di vecchio stampo e classico nella struttura, vanta numerosi contenuti, e non risulta mai vuoto o noioso; certo, non mancano le numerose fetch quest, tuttavia sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla varietà dei contenuti secondari. Ci sono una miriade di oggetti collezionabili da trovare, enigmi da risolvere e missioni secondarie da completare. Intorno alle 8-10 ore, dopo una stupenda e più guidata fase introduttiva, (che ci inizia alla bellezza delle ambientazioni, alle valide meccaniche e ci introduce la piacevole storia), il mondo si apre e ci lascia esplorare una vasta area della “magica” campagna inglese.
La quantità delle cose da fare potrebbe sembrare soverchiante, e sicuramente l’abbondanza delle fetch quest, unita ad una struttura Open World fin troppo classica ed abusata, non aiutano, ma per fortuna al sopraggiungere della noia dei contenuti secondari, sopperirà la campagna principale, sempre pronta a ravvivare l’interesse ed a proporci nuovi spunti. Come già detto, la storia principale scivolerà via in circa 20-25 ore, ma per i completisti del 100%, si potrebbe facilmente impiegare il triplo del tempo.
Alziamo la bacchetta!
Non sarebbe Harry Potter senza la magia, e Avalanche ha fatto un ottimo lavoro con il sistema di combattimento. Lanciare magie da una bacchetta sarebbe potuto essere noioso, ma Hogwarts Legacy enfatizza le combo ed offre una vasta gamma di incantesimi che influenzano i nemici in modo diverso.
L’incantesimo di base è un piccolo fulmine magico che useremo per destreggiarci tra gli avversari, ma col tempo e le missioni, otterremo attacchi sempre più potenti ed aumenteremo il numero di combinazioni. Ad esempio potremo colpire un nemico con Leviosa per lanciarlo in aria, sparare una combo di base a quattro colpi, usare Accio per attirarlo verso di noi, sparare un'altra combo, quindi finirlo sbattendolo a terra con Descendo. Il tutto poi, condito con un responsivo sistema di parata, schivata e parry.
La varietà e le combo con gli incantesimi ci faranno sentire estremamente potenti, e ciò per demerito, anche, di una difficoltà tarata troppo verso il basso. Certo, potremo aumentare la difficoltà, ma con così tante opportunità per rendere i nemici indifesi (incluso l’ucciderli istantaneamente con Avada Kedavra), Non avremo mai una vera e propria sfida degna di tale nome.
Una magia per gli occhi e per le orecchie
Hogwarts Legacy è un sogno che diventa realtà per i fan di Potter; Avalanche Software ha fatto un lavoro magnifico dando alla serie il suo primo vero trattamento AAA. Questi elevati valori produttivi, vanno ricercati, come già detto, nel fantastico aspetto tecnico, soprattutto per quanto riguarda la cura maniacale dei particolari degli interni, degli abiti, gli animali fantastici ecc.. Un po’ più spogli risultano essere gli scenari all’aperto, per ovvie ragioni anche; discreta, invece, l’effettistica degli incantesimi. Ricordiamo che il gioco è sviluppato in Unreal Engine 4, e per quanto artisticamente eccelso e fedele, da un punto di vista puramente tecnico, il motore tradisce la sua natura cross-gen, (arriverà anche su old-gen), con volti, animazioni, illuminazione non sempre all’altezza ed un frame-rate non sempre granitico a prescindere dalle configurazioni grafiche. Si segnalano anche fenomeni di pop-up uniti al ritardo di caricamento di alcune texture durante l’esplorazione. Sulle piattaforme current-gen ci vengono in aiuto, come di consueto, le classiche modalità grafiche fra cui scegliere, capaci di valorizzare all’occorrenza, la fluidità o la fedeltà grafica.
Nulla da dire, invece, sulla fantastica colonna sonora di John Williams, presa di peso dai film e perfettamente orchestrata e riarrangiata, per sottolineare ogni luogo, atmosfera o battaglia. Buoni anche gli effetti sonori ed il doppiaggio in Italiano; anche se è da segnalare un bug che rende alcune voci del protagonista, (si può scegliere anche la voce nell’editor), “metalliche”; tuttavia gli sviluppatori sono già al lavoro per risolvere la problematica.
Un incantesimo che si può spezzare?
Nell’amalgama dell’esperienza, sembra funzionare quasi tutto ottimamente, pur non essendo un gioco esente da difetti, è uno di quei casi in cui il risultato finale risulta maggiore rispetto alla somma delle singole parti! Non c’è nulla che davvero non funzioni nel gioco, ogni singola parte fa il proprio dovere, pur non essendoci guizzi in ognuna di esse: il combat system è solido, divertente, ma mai troppo profondo o articolato; tecnicamente è buono, ma non eccelso, la trama è funzionale, godibile, ma non memorabile. Non ci sono mai delle vere e proprie scelte in-game capaci di influenzare il finale o il rapporto con i comprimari; e né la scelta della casa di appartenenza e né la propensione verso le arti oscure ci porterà a risultati diversi da quelli già scritti. Il risultato è un Action GDR solido, ma mai troppo approfondito o difficile, (si sente che è stato pensato per un pubblico casual); l’open world è fin troppo classico e vecchio stile, riempito per buona parte da fetch quest… eppure, la campagna principale è ottimamente orchestrata fra luoghi, nemici ed atmosfere, le quest secondarie della storia sono molto buone e con ottime ricompense; ci sono tantissime attività collaterali e minigames spassosi; ci sono segreti e collezionabili disseminati ovunque. Ma soprattutto, la cosa più importante per un videogioco, è dannatamente diverte ed immersivo: complice l’ottimo sistema di combattimento e grazie ad un’atmosfera e ad un lato artistico maniacale e fedelissimo alle opere originali; l’esperienza risulta essere il parco giochi definitivo per ogni fan di Harry Potter; ad esclusione, purtroppo, del Quidditch, (non è detto che non arrivi tramite DLC). Menzione speciale va alla Stanza Delle Necessità, che risulterà essere la nostra “casa” da personalizzare ed arredare a piacimento, con tutti i collezionabili ed animali fantastici trovati nell’avventura.
Finalmente la magia è stata fatta: anche Harry Potter ha ricevuto giustizia videoludica, in un ottimo prodotto che ogni fan dovrebbe avere, proprio come ogni mago ha la sua fedele bacchetta.
Ci vediamo al binario 9 e ¾!!!